La Valutazione dello Studio Professionale

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Premessa

Oggi, dottrina e giurisprudenza, sulla scia di una serie costante di provvedimenti sia nazionali che comunitari, concordano nell’affermare che sia possibile accostare lo studio professionale e le società tra professionisti alle realtà aziendali.

La prassi tende quindi ad impiegare per gli studi professionali gli stessi metodi valutativi tradizionalmente utilizzati per le aziende, anche se con opportuni adattamenti. La peculiarità, in questi casi, è rappresentata dall’elemento personale soggettivo, di natura immateriale, derivante dal rapporto fiduciario (intuitus personae) tra professionista e cliente. 

Proprio la particolarità del rapporto professionista-cliente e il moltiplicarsi negli ultimi anni delle operazioni di fusione e acquisizione tra studi professionali, ha messo in luce il delicato problema dell’attribuzione di un valore al target.

I metodi di valutazione utilizzati, derivanti dalle operazioni di M&A aziendale, tendono così a concentrarsi su alcuni elementi specifici del contesto professionale.

In pratica, al fine di cogliere il valore dello studio professionale, è dunque possibile avvalersi di diversi metodi di valutazione, quali i metodi finanziari, i metodi reddituali, il metodo dei multipli. Si escludono i metodi patrimoniali puri in quanto gli stessi si adattano meglio alle realtà dagli ingenti investimenti patrimoniali (come società immobiliari, holding di partecipazioni, etc). Di seguito si procede ad esaminare sinteticamente i due metodi maggiormente utilizzati nella prassi per la valutazione degli studi professionali, i metodi basati sui flussi e i metodi basati su comparazioni.

I vari metodi di valutazione a confronto (cenni)

Metodi assoluti basati sui flussi

Comprendono il metodo finanziario e il metodo reddituale.

I metodi finanziari fondano il valore dello Studio sulla sua capacità di produrre flussi finanziari nel futuro. Secondo il metodo DCF (Discounted Cash Flow), ad oggi il più diffuso metodo basato sui flussi, il valore è determinato dalla sommatoria dei flussi di cassa attesi, scontati ad un particolare tasso (il WACC in ottica asset side o il cost of equity in ottica equity side).

I metodi reddituali, al pari di quelli finanziari, collegano il valore dello studio alla sua capacità di produrre flussi, in questo caso flussi reddituali. Il valore è quindi determinato sulla base del valore attuale dei presumibili redditi futuri, sempre attualizzati ad un tasso di sconto che contempli la remunerazione per il trascorrere del tempo e per il rischio.

Lo “sconto” dei flussi è necessario per tener conto del rischio collegato alle future variazioni degli stessi, oltre che per attualizzarne il valore nel momento in cui si effettua il calcolo. Un approfondimento sulle modalità di calcolo dei tassi è disponibile all’articolo Il Costo del Capitale nella Valutazione dello Studio di Commercialisti e Consulenti del Lavoro

Metodo basati su comparazioni

Comprendono il metodo dei multipli di mercato e di transazioni comparabili. Trovano fondamento nel principio che attività o imprese simili dovrebbero avere lo stesso valore.

Un multiplo consiste nel rapporto tra il prezzo di mercato e una variabile di riferimento di un’azienda (ad esempio il Prezzo/Fatturato, il Prezzo/Utili, ecc.). La valutazione avviene, pertanto, moltiplicando la variabile di riferimento dell’attività target per il multiplo, della stessa variabile, pagato per il trasferimento di attività comparabili. Per questa ragione si parla di stime “relative”, che si contrappongono alle stime “assolute” dei metodi basati sui flussi.

Per il calcolo del multiplo, l’utilizzo di una metodologia oggettiva come le analisi di regressione, si è dimostrata uno strumento straordinariamente efficace nella gestione dei processi aggregativi di studi professionali in corso nel nostro Paese. Per un approfondimento sull’analisi di regressione è possibile consultare l’articolo Analisi Statistica Valutazione Studio Professionale.

valutazione studio moltiplicatore

Considerazioni finali

Le stime assolute dei metodi basati sui flussi sono dotate della massima razionalità, in quanto sono proxy della valutazione tipica degli investimenti, ma anche di scarsa dimostrabilità, in quanto presuppongono molte ipotesi. Le stime relative ottenute con i multipli sono specularmente dotate della massima dimostrabilità, in quanto dedotte direttamente da osservazioni del mercato, ma anche di scarsa razionalità, secondo la logica che anche il mercato può sbagliare.

Pertanto, risulta opportuno l’accostamento di uno o più metodi di controllo al metodo principale impiegato, così da verificare l’attendibilità dei valori ottenuti. Questa considerazione viene anche confermata dai principi italiani di valutazione (PIV), emanati dall’OIV.

In alcuni casi, potrebbe essere opportuno realizzare la valutazione adottando più di un approccio. In pratica è molto diffusa la prassi di associare ad un metodo principale di valutazione un secondo metodo che assume la valenza di metodo di “confronto” e di “controllo”.

La valutazione dello studio professionale: il Metodo MpO

Commercialista, tributarista e consulente del lavoro

La prassi di valutazione più comune, in Italia, si fonda sull’integrazione di due metodi: quello dei multipli di transazioni comparabili e quello reddituale-finanziario. Per un approfondimento è possibile consultare l’articolo Cessione Studio Commercialista: l’importanza del metodo valutativo adottato.   

L’approccio finanziario risulta facilmente applicabile a questo tipo di attività a causa dell’immediata osservabilità e prevedibilità dei flussi finanziari in entrata e in uscita che interessano tali studi. La difficoltà risiede piuttosto nella stima del costo del capitale, ovvero del tasso di attualizzazione: Il costo del capitale nella valutazione degli studi di commercialisti e consulenti del lavoro.       

Il metodo dei multipli di mercato, invece, viene perfezionato dall’utilizzo della tecnica statistica della regressione. In questo modo è possibile verificare l’esistenza di una relazione tra due o più set di dati, ciascuno composto da una o più variabili. Ciò favorisce una maggiore oggettività nella sua applicazione, spesso influenzata da un approccio troppo soggettivo. L’efficacia di questo strumento è tuttavia strettamente collegata alla qualità e alla quantità delle informazioni a disposizione al momento della valutazione. Per un maggiore approfondimento è possibile consultare l’articolo La tecnica statistica della regressione per la valutazione di uno studio professionale.

Nel settore degli studi professionali a contenuto economico-giuridico (commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro) il multiplo maggiormente applicato nella prassi è quello riferito al fatturato. MPO, grazie anche alla collaborazione con università italiane e di altri esperti del settore, ha sviluppato un software specifico per la valutazione di questi studi. Il software, calcolata l’analisi di regressione, permette di determinare un multiplo del fatturato che verrà eventualmente rettificato sulla base dell’analisi dei flussi finanziari.

Per maggiori informazioni: La cessione dello studio professionale: Il software di valutazione e l’analisi di regressione.    

Avvocati, ingegneri, architetti

Alcune professioni, tra le quali quelle di ingegnere, architetto, geometra ed avvocato, sono caratterizzate da attività una tantum, non ripetibili nel tempo almeno per gli stessi clienti.

La mancanza di continuità nel rapporto tra questi professionisti e i loro assistiti rende impossibile determinare una certa “stabilità” della clientela. Perciò, la valutazione, farà riferimento al multiplo dell’EBITDA, considerato congiuntamente alla redditività media dello studio negli ultimi 3 anni. Inoltre, al fine di ottimizzare i flussi finanziari, il “pacchetto clienti” è strutturato in modo che vengano comprese anche tutte le pratiche pendenti in atto al momento della cessione.

Un altro aspetto importante da analizzare, in questo genere di operazioni, è l’immagine percepita dalla clientela nei confronti dello stesso studio. La notorietà del brand oggetto di calcolo, quindi, assume grande rilevanza nella definizione del valore finale della cessione. Questo viene confermato anche dalla Risoluzione n.255/2009 dell’Agenzia delle Entrate, che configura il compenso per lo sfruttamento del valore d’immagine come reddito di lavoro autonomo.

Per approfondire questo aspetto, consultare l’articolo: Cessione brand dello studio legale: il compenso configura reddito di lavoro autonomo.

Dentisti

La valutazione degli studi odontoiatrici è caratterizzata da un’elevata complessità. Esclusi i metodi patrimoniali, che sottovaluterebbero il valore del capitale economico di tali studi, la prassi considera i metodi reddituali e finanziari più adatti e accurati.

Nella valutazione di un’attività professionale odontoiatrica, strutturata in forma di studio individuale, associata o ambulatoriale, MpO & Partners adotta un sistema di valutazione misto, risultato di una combinazione fra il metodo reddituale e il metodo dei multipli di mercato quale metodo di confronto, attraverso il quale è possibile valutare la convenienza dell’investimento nel breve/medio periodo tenendo in debita considerazione anche le dinamiche del mercato attuale.

MPO utilizza un sistema valutativo che contempla le due possibili forme di cessione: la cessione dello studio nella sua interezza (struttura, personale, attrezzature comprese) o, in alternativa, la cessione della sola “pazientela”. Il tasso di attualizzazione dei redditi attesi, infatti, viene maggiorato nel caso di cessione della sola clientela a causa del maggior rischio di instabilità dei flussi reddituali attesi.

Il valore finale comprenderà quello dei beni strumentali, mentre invece non considererà crediti, debiti e rimanenze.

Per un maggiore approfondimento è possibile consultare l’articolo La valutazione di uno Studio Odontoiatrico.     

La valutazione della quota di uno studio associato

Nei paragrafi precedenti è stata trattata la valutazione dello studio in ottica di cessione, ma vi sono anche altre finalità che prevedono particolari attenzioni/aggiustamenti. Ad esempio, per la valutazione della quota in caso di recesso nel momento in cui il rapporto tra studio e professionista s’interrompe. In questo caso, la metodologia è affidata a clausole statutarie o, in mancanza di queste, al Legislatore.

Per un approfondimento sulla valutazione delle quote in caso di recesso è possibile consultare l’articolo: Criteri Di Valutazione Della Quota Di Uno Studio Associato In Ipotesi Di Recesso

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