M&A tra studi di Commercialisti: i benefici attesi

Le fusioni e acquisizioni di studi di Commercialisti sono state un fattore rilevante nella creazione delle odierne grandi società di contabilità, e dalla metà degli anni ’90 vi sono, in Australia, UK e USA, società di commercialisti quotate in Borsa che sono cresciute rapidamente tramite l’acquisizione di migliaia di altri studi.

Anche in Italia, sebbene con un certo ritardo, le aggregazioni tra studi di commercialisti iniziano ad avere volumi rilevanti e si sono attivati i primi “programmi di acquisizioni” di alcuni player di rilievo.

Può essere quindi interessante capire quali siano le strategie che spingono uno studio di commercialista ad effettuare un’operazione M&A, strategie che valgono tanto per il grande studio quotato estero quanto per il “classico” studio o il piccolo gruppo di studi italiano.

 

Nonostante le ragioni che spingono le aziende a concludere operazioni di M&A siano state ampiamente analizzate e descritte dalla letteratura sull’economia industriale, finanziaria e strategica, vi sono poche analisi nella letteratura accademica rivolte all’M&A di studi di commercialisti in particolare, o anche degli studi professionali in generale.

Tra queste, Greenwood et al. (1993) si sono concentrati sulle sinergie delle fusioni di società di revisione avvenute in Canada; Wootton et al. (2003) hanno compiuto una analisi incentrata sulla crescita attraverso fusioni di studi di commercialisti di grandi e medio-grandi dimensioni negli USA; Alam e Nandem (2010) hanno analizzato i piccoli studi di commercialisti nell’Australia rurale.

Pickering (2012) ha analizzato il processo di aggregazione attuato da due aggregatori australiani quotati ed ha anche estrapolato, dagli studi appena discussi, uno schema che sintetizza le motivazioni che spingono gli studi di commercialisti a effettuare operazioni di M&A.

Di seguito saranno “esplose” e contestualizzate tali motivazioni, suddivise in 4 macrocategorie.

 

Economie di scopo. È la fattispecie che ricomprende le aggregazioni tra entità che forniscono servizi diversi, al fine di estendere l’offerta di servizi ai clienti (cross-selling).

È il caso dello studio specializzato in un particolare ambito (agevolazioni fiscali, finanza agevolata, etc.) o in un particolare settore (ad es. la blockchain industry piuttosto che gli enti ecclesiastici) che viene acquisito da un altro studio che non possiede quelle competenze.

È anche il caso di due studi che svolgono attività diverse ma complementari che decidono di aggregarsi (ad es. semplicemente uno studio contabile e fiscale con uno studio solo paghe).

Ricade in questa casistica anche lo studio di commercialista che si aggrega al fine di acquisire competenze multidisciplinari, come quelle consulenziali e legali.

 

Economie di scala. In questo caso l’aggregazione avviene tra entità che forniscono servizi simili e sono localizzate nella stessa area geografica, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e sviluppare specializzazioni internamente.

I vantaggi riguardano certamente la riduzione delle spese generali come il marketing, la formazione, l’IT (compreso il gestionale), in alcuni casi i costi di locazione, e permette ad es. di avere un’area legale interna, l’area IT, etc. Inoltre, aggregando ed industrializzando le attività ripetitive (data entry e cedolini) è possibile ottenere una migliore marginalità e liberare tempo per sviluppare internamente specializzazioni.

In caso di acquisizione, l’acquirente può avere come obiettivo anche quello di acquisire particolari tipologie di clientela (sulle quali ha magari già sviluppato una specializzazione) o clientela “prestigiosa”.

 

Espansione geografica. Si differenzia dalle economie di scala in quanto l’aggregazione avviene tra entità che offrono servizi simili ma sono localizzate in aree geografiche diverse.

È il caso di studi che necessitano di più uffici sparsi sul territorio per soddisfare i bisogni dei clienti in sviluppo, nazionali o internazionali; oppure di studi specializzati in particolari ambiti che per ampliare il bacino clienti si spingono in altre aree geografiche, non solo direttamente ma anche venendo acquisiti da un aggregatore che già dispone di diverse strutture.

 

Altre strategie. Essere acquisiti da un aggregatore fornisce un mezzo di way-out per i partner degli studi più piccoli, oltre ad offrire una maggiore sicurezza sia ai partner che all’intero staff. Inoltre, consente una condivisione del rischio per responsabilità e, in alcuni casi, l’aggregazione permette la sopravvivenza di studi che si trovano in difficoltà.

 

I potenziali benefici derivanti dalle aggregazioni tra studi sono dunque numerosi e rilevanti e possono spiegare tanto le “classiche” aggregazioni singole quanto i programmi di acquisizione.

A prescindere da considerazioni di natura puramente economica, occorre evidenziare che l’M&A rappresenta molto spesso anche la soluzione al problema del passaggio generazionale dello studio: garantisce il mantenimento di dipendenti e collaboratori, del supporto ai clienti, di tutti quei beni immateriali che costituiscono il brand, le conoscenze e competenze sviluppate dal Dominus negli anni, che altrimenti andrebbero persi.