Nelle operazioni di M&A di studi professionali particolarmente importante è la continuità dei livelli occupazionali.
Il naturale passaggio generazionale, o la cessione dello studio professionale, ha sicuramente un impatto su dipendenti e collaboratori di studio.
Da un’analisi statistica svolta sulle operazioni di M&A di studi professionali seguite da MpO & Partners, in qualità di advisor, è emerso che il CCNL maggiormente utilizzato è quello degli studi professionali. In particolare è merso che il CCNL studi professionali è utilizzato dal 75% dei professionisti, mentre la restante parte utilizza il CCNL commercio.
Più in dettaglio il CCNL studi professionali disciplina i rapporti di lavoro subordinato tra datori di lavoro e i dipendenti degli studi professionali. Il contratto ha una durata triennale, opera sull’intero territorio nazionale e nello specifico disciplina le attività relative a:
1. rapporti di lavoro dipendente;
2. tirocini formativi e di orientamento al lavoro (come ad esempio stage, progetti di alternanza scuola lavoro, etc);
3. addetti al settore.
Il CCNL studi professionali, attualmente in vigore, ha un periodo di vigenza contrattuale dal 1° aprile 2015 sino al 31 marzo 2018 e che il precedente CCNL, scaduto il 30 settembre 2013, ha cessato i suoi effetti il 31 marzo 2015.
Il CCNL studi professionali può essere utilizzato nelle seguenti aree di competenza:
· Economico – Amministrativa (commercialisti, contabili, revisori);
· Giuridica (avvocati, notai);
· Tecnica (Ingegneri, architetti, geometri, periti, geologi, periti agrari, agrotecnici, agronomi);
· Medico – Sanitaria e Odontoiatrica (medici, dentisti, specialisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, operatori sanitari).
Il contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti degli studi professionali contiene tutto quello che concerne i salari, la retribuzione, gli stipendi, permessi, malattie ecc. relativi a tale categoria lavorativa.