Le problematiche più frequenti manifestate dai professionisti

Nel ciclo di vita di uno studio professionale, ci sono momenti di trasformazione, che sono accompagnati da sfide complesse.

Queste fasi critiche devono essere affrontate adeguatamente per garantire la continuità e il successo dello studio, e richiedono una gestione attenta e strategica, poiché possono cogliere i professionisti impreparati.

Basandoci sulla nostra esperienza pluriennale nel fornire consulenze agli studi professionali, abbiamo identificato le problematiche più frequenti che i professionisti si trovano ad affrontare.

Queste riguardano gli aspetti da non trascurare quando si costituisce una S.T.P. o uno Studio Associato, la riorganizzazione dello Studio in vista del passaggio generazionale, il recesso del socio, la selezione e acquisizione di personale qualificato e la non chiara disciplina civilistica e fiscale.
Di seguito, analizzeremo ciascuna di queste tematiche più in dettaglio. 

 

Gli aspetti da non trascurare quando si crea una S.T.P. o uno Studio Associato

Spesso, la mancanza di una chiara comprensione delle dinamiche della vita professionale in forma associata, la voglia di “partire” con la nuova organizzazione e l’eccessiva fiducia nel buon esito delle relazioni interpersonali, portano a statuti che trascurano clausole essenziali, come quelle relative alla gestione dei passaggi generazionali o dei dissidi tra i soci.

Per evitare queste criticità, è fondamentale inserire nel proprio statuto alcune clausole chiave, ad esempio prevedendo:

  • Regolamentazione del diritto di recesso: Stabilire in anticipo condizioni chiare per l’uscita di un socio, tra cui legittimi e condivisi criteri di valutazione delle quote, permette di ridurre le ambiguità e i potenziali conflitti tra i soci, evitando malintesi e onerose dispute legali. Anche nel caso di decesso di un socio, condizioni chiare assicurano che gli eredi ricevano una liquidazione equa, proteggendo il patrimonio e gli interessi della famiglia del socio defunto.
  • Meccanismi di risoluzione delle controversie: Includere procedure chiare per la risoluzione delle controversie aiuta a risolvere i conflitti in modo rapido ed equo, riducendo il rischio di litigi prolungati e onerosi.
  • Clausole di governance e di struttura societaria: Queste possono includere disposizioni che stabiliscono la fuoriuscita dalla compagine al raggiungimento di una determinata età, i criteri per la suddivisione degli utili, come gestire i conflitti di interessi, ecc.

Questi sono solo esempi di clausole che possono essere integrate nello statuto di uno studio professionale. Prendersi il tempo necessario per definire attentamente queste e altre clausole fin dall’inizio consente di affrontare preparati le sfide future, garantendo la stabilità e la longevità dello studio.

 

La riorganizzazione dello Studio in vista del passaggio generazionale

Ogni passaggio generazionale è un caso a sé stante, con dinamiche uniche che richiedono una coordinazione attenta delle specifiche esigenze di tutti i soggetti coinvolti. Ma non solo, queste devono a loro volta essere coordinate con la non chiara normativa civilistica-tributaria vigente.

Di conseguenza, non esiste una soluzione unica e definitiva, ma diverse opzioni, ciascuna con i propri vantaggi e svantaggi.
Ad esempio, l’incertezza normativa e la prassi su alcuni aspetti delle S.T.P., che hanno il pregio di includere soci di capitale, può rendere preferibile la creazione di uno Studio Associato, una struttura più rigida ma adatta a piccole realtà o a collaborazioni tra avvocati e commercialisti.
La scelta della struttura giuridica deve poi tenere conto anche delle implicazioni fiscali, cercando di ottimizzare il carico tributario e di beneficiare delle eventuali agevolazioni disponibili.

 

Il recesso del socio

Come già accennato, spesso capita che, a seguito di dissidi, divergenze di vedute o mancati accordi sulle condizioni di cessione delle proprie quote, un professionista, suo malgrado, decida di abbandonare unilateralmente il proprio studio.

Qualora questa fattispecie non fosse stata prevista e regolamentata adeguatamente, i soggetti coinvolti si troveranno ad affrontare numerose difficoltà, per le quali è raro trovare una soluzione semplice e immediata.

In questi casi si rende innanzitutto fondamentale, con l’aiuto di un esperto, determinare se il recesso è stato disciplinato in maniera chiara e legittima. In caso contrario, è necessario stimare l’esito di un eventuale giudizio. È poi fondamentale anche avere una stima dell’entità della liquidazione della quota al socio recedente, scaturente dall’applicazione dei criteri indicati dallo statuto o, se mancante, dalla migliore prassi.

Solo dopo aver completato questi primi passaggi, è possibile avviare un confronto serio con i soci che rimarranno nello studio o con il socio uscente. L’obiettivo è trovare una soluzione condivisa che, per quanto possibile, metta tutti al riparo da inconvenienti indesiderati, come potenziali contenziosi o la concorrenza da parte dell’ex socio.

 

La selezione e acquisizione di personale qualificato

Il capitale umano rappresenta la più importante risorsa all’interno di uno studio professionale. Oltre alle necessità più operative di ricerca di personale per raggiungere la giusta dimensione dell’organico, occorre pensare anche ai casi particolari in cui trovare la persona “giusta” diventa essenziale. Si pensi al Dominus che non vuole cedere il proprio studio a un terzo, ma desidera trovare una risorsa da inserire e “coltivare” per il passaggio generazionale. Oppure al grande studio che vuole aprire una nuova sede o rafforzare un dipartimento di specializzazione e ha necessità di un professionista di riferimento di alto livello.

Una delle maggiori problematiche riscontrate oggi dagli studi, tuttavia, riguarda proprio la ricerca e selezione delle risorse umane. E questa difficoltà si manifesta a tutti i livelli, dal livello più operativo sino ai ruoli di vertice.  Le cause sono principalmente due: l’attuale eccesso di domanda sull’offerta e la difficoltà intrinseca della ricerca e selezione.

La ricerca di risorse umane negli studi professionali, oltre a essere un percorso delicato come in ogni realtà umana, presenta infatti peculiarità e difficoltà specifiche che devono essere tenute in considerazione per raggiungere l’obiettivo.
In particolare, è fondamentale avere una rete di relazioni sufficientemente ampia e consolidata, disporre di professionalità in grado di valutare i profili dei candidati a ogni livello e seguire un metodo comunicativo e relazionale basato sul più rigoroso rispetto dei principi di riservatezza e deontologici, che spesso solo professionisti di pari livello riescono a soddisfare. 

Tale attività, per quanto rilevante, non sempre può però essere gestita internamente in quanto particolarmente dispendiosa in termini di tempo. Al contempo, vi è un’oggettiva difficoltà nell’identificare sul “mercato” strutture specializzate che possiedano una conoscenza approfondita delle diverse realtà professionali e delle specificità di ciascuna. 

 

La non chiara disciplina civilistica e fiscale

Come anticipato, la disciplina degli studi professionali presenta alcune lacune sia in ambito civilistico che fiscale.
Ad esempio, nel caso dello studio associato, non esiste nemmeno un corpus normativo organico specifico, per cui si applicano per analogia le norme previste per le società semplici.

A queste problematiche si aggiungono le difficoltà che un professionista può incontrare anche in situazioni disciplinate, ma caratterizzate da una normativa estremamente complessa o frammentata.

Per affrontare efficacemente queste sfide, è essenziale ricorrere a advisor specializzati.
Le soluzioni “fai da te”, infatti, possono comportare rischi significativi, tra cui errori interpretativi, sanzioni e contenziosi.