I Patti Parasociali: uno strumento importante nell’ambito delle operazioni di aggregazione professionale

Le operazioni di fusione e acquisizione rappresentano un capitolo cruciale nella storia delle società tra professionisti, segnando punti di svolta significativi nel loro percorso evolutivo. In questo contesto, i patti parasociali emergono come elementi centrali, delineando gli accordi e le dinamiche tra i professionisti coinvolti, svolgendo un ruolo costruttivo, promuovendo un senso di coesione e fiducia reciproca. Questo articolo si propone di esaminare la complessità dei patti parasociali in questo contesto, concentrandosi sulla suddivisione del lavoro e la governance tra gli attori, elementi chiave delle operazioni di M&A di Società tra Professionisti.

 

Le operazioni di fusione e acquisizione rappresentano una complessa azione finanziaria e strategica, ma spesso viene meno l’importante dimensione umana. Nel mondo delle società tra professionisti, in cui la fiducia e le relazioni sono cardini, i patti parasociali tra gli attori vanno oltre l’accordo formale, plasmando la coesione e il successo di tali transazioni, fungendo da collante emotivo e contribuendo a costruire relazioni durature tra le parti coinvolte. La riuscita di un’operazione di fusione o acquisizione spesso dipende dalla preservazione del capitale intellettuale dei propri membri e tali patti possono essere uno strumento per rassicurare i professionisti sul mantenimento del valore del loro contributo e sulla continuità della loro influenza all’interno della nuova entità, contribuendo a mantenere elevati livelli di motivazione e produttività. Inoltre, i professionisti intrattengono relazioni più strette con i propri clienti e colleghi rispetto ad altre attività, in questo contesto possono diventare veicoli per preservare la coesione e la continuità anche con la clientela esistente.

Il patto parasociale è un accordo atipico, il quale implica che alcuni soci si obblighino a fornire servizi a vantaggio della società, integrando la fattispecie del contratto a favore di terzi (art. 1411). L’adempimento di tale accordo può essere richiesto sia dalla società beneficiaria terza, sia dagli stessi soci che lo hanno stipulato. In mancanza di una precisa definizione normativa, i patti parasociali possono essere generalmente identificati come accordi negoziali stipulati al di fuori dello statuto tra i soci, o tra soci e terzi, vincolando esclusivamente i soci firmatari e non la società stessa, che agisce come terza parte rispetto all’accordo parasociale. La normativa vigente intende regolamentare esclusivamente i patti parasociali diretti a stabilizzare gli assetti proprietari e/o la governance della società, regolati dagli articoli 2341-bis e 2341- ter del Codice Civile. All’interno di questa categoria di accordi, la norma menziona esplicitamente: i sindacati di voto finalizzati all’esercizio del diritto di voto che possono essere utilizzati per stabilire la maggioranza assembleare o, viceversa, rinforzare le prerogative della minoranza; i sindacati di controllo che mirano all’esercizio di un’influenza dominante sulla società da parte di alcuni soci di minoranza; i sindacati di blocco che riguardano il trasferimento delle partecipazioni azionarie e possono comportare vincoli al libero trasferimento delle azioni, ad esempio richiedendo il preventivo gradimento degli altri soci.

I patti parasociali, in ambito di fusioni e acquisizioni, sono strumenti giuridici che vanno oltre le clausole standard dei contratti, delineando accordi ad hoc tra i professionisti coinvolti. Questi accordi possono coprire una vasta gamma di questioni, tra cui la distribuzione delle responsabilità, la gestione delle risorse e la condivisione degli utili derivanti dall’operazione. Una componente critica dei patti parasociali è la suddivisione del lavoro tra i professionisti coinvolti, questo include non solo gli aspetti operativi e decisionali, ma anche la gestione delle risorse umane e finanziarie. Ad esempio, è comune delineare chiaramente quali professionisti avranno la responsabilità di guidare specifiche fasi dell’operazione, garantendo una chiara catena di comando e responsabilità. La governance rappresenta un tassello fondamentale nell’ambito delle fusioni e acquisizioni e i patti parasociali devono stabilire chiaramente le strutture decisionali, i meccanismi di risoluzione delle dispute e le modalità di gestione dei conflitti di interesse. Inoltre, devono affrontare questioni di trasparenza e divulgazione delle informazioni tra i professionisti coinvolti.

Di seguito alcuni esempi di patti parasociali all’ interno di operazioni di M&A tra professionisti:

Finanziamenti alla Società: gli accordi in questa categoria implicano l’impegno dei finanziatori ad investire nella società per il raggiungimento dell’oggetto sociale, versando somme a favore della società proporzionali o non proporzionali alle quote delle altre parti, con il fine di rilevare l’azienda. Questi versamenti dovranno essere approvati dall’Assemblea, previa presentazione di un business plan e saranno infruttiferi di interessi, a meno che le somme per l’investimento non siano state procurate mediante finanziamenti bancari. 

Patti per l’Indirizzo della gestione: questa categoria include accordi che dettagliano la gestione aziendale, tra cui l’Assemblea e il Consiglio di Amministrazione. Stabilendo il quorum deliberativo in conformità alle decisioni riguardo, a titolo esemplificativo, le operazioni di aumento o di riduzione di capitale sociale, trasferimento della Società, fusione, scissione o conferimento in altra Società e i compensi per gli amministratori. Può, inoltre, coinvolgere la designazione degli amministratori tra i soci, l’attribuzione di diritti di veto agli amministratori rappresentanti dei soci di minoranza, o la definizione di procedure per gestire situazioni in stallo. 

A differenza delle clausole inserite nell’atto costitutivo e/o nello statuto della società, i patti parasociali hanno efficacia obbligatoria, la cui violazione costituisce un illecito contrattuale con obbligo di risarcimento del danno, ma non influendo sulla validità delle vicende societarie. A differenza delle clausole statutarie, i patti parasociali non vincolano i soci che non vi hanno aderito, ma vincolano esclusivamente le parti. Inoltre, non sono opponibili ai terzi e non è richiesta l’iscrizione nel registro delle imprese, a differenza degli accordi stabiliti nello statuto che devono essere resi pubblici attraverso la registrazione nel registro delle imprese, consentendo così di mantenere segreta la loro esistenza e il loro contenuto rispetto a soggetti esterni alla società. Per quanto riguarda la durata, invece, i patti parasociali possono essere a tempo determinato, con una durata massima di 5 anni, rinnovabili alla scadenza, o a tempo indeterminato, con possibilità di recesso con un preavviso di 180 giorni. È cruciale sottolineare che, in ogni circostanza, lo statuto ha sempre la precedenza sui patti parasociali e in caso di contrasto tra una disposizione statutaria e una clausola di un patto parasociale, la disposizione statutaria avrà sempre la prevalenza. 

In conclusione, la differenza principale tra lo statuto e i patti parasociali risiede nel fatto che il primo rappresenta il quadro organizzativo fondamentale della società. Esso contiene gli accordi relativi al funzionamento della società, ai rapporti tra gli organi, al capitale sociale, e altro ancora. D’altro canto, i patti parasociali sono un complemento a ciò: sono accordi tra i soci che mirano a perseguire obiettivi comuni, regolamentando in modo predefinito i loro diritti e anticipando soluzioni per problemi che potrebbero ostacolare la gestione della società ed inoltre, una comunicazione aperta e onesta, supportata da relazioni costruite attraverso i patti parasociali, può facilitare il processo di integrazione, emergendo come una forza silenziosa ma significativa nel contesto delle operazioni di fusione e acquisizione. La loro influenza sulla percezione, sull’engagement dei dipendenti e sulla fiducia degli investitori può fare la differenza tra il successo e il fallimento di tali transazioni complesse. La consapevolezza di questa dinamica e la sua gestione attenta sono dunque essenziali per un’integrazione armoniosa e sostenibile. Tuttavia, è importante sottolineare come aspettative mal gestite, mancanza di chiarezza nei ruoli e delle responsabilità, e la complessità delle dinamiche interpersonali possono presentare sfide significative. Una gestione consapevole è necessaria per evitare potenziali frizioni e garantire una transizione fluida.