Nuovi strumenti per finanziare l’aggregazione di studi professionali

All’interno del nostro paese, il ricorso ad operazioni di M&A di studi professionali sta diventando una prassi sempre più diffusa. Le motivazioni alla base di questo fenomeno sono da ricercare nei principali vantaggi che queste operazioni, e, più in generale, le aggregazioni tra professionisti, comportano: raggiungimento di economie di scala e di scopo, espansione geografica, maggior visibilità del brand e condivisione del rischio.

Il crescente sviluppo delle aggregazioni in Italia ha determinato un cambiamento degli attori che popolano il mercato professionale, ora caratterizzato dalla presenza di alcuni studi di grandi dimensioni, che, forti di un primo round di acquisizioni alle spalle, si pongono come obiettivo a lungo termine quello di diventare soggetti aggregatori su larga scala.

In parallelo è tuttavia da registrare l’innegabile inadeguatezza dei tradizionali strumenti bancari. Infatti, il canale del classico finanziamento si sta rivelando uno strumento non più adeguato ad operazioni di questo tipo, limitato da procedure e tempistiche lunghe, difficoltà nel riuscire ad ottenere i capitali necessari per finanziare gli investimenti iniziali e richiesta di garanzie personali per importi troppo elevati.

Si rende quindi necessaria la presenza di forme alternative di approvvigionamento dei capitali necessari per il finanziamento dei progetti di aggregazione, quali IPO/quotazioni in Borsa e creazioni di partership che permettano il coinvolgimento di grandi partner finanziari a supporto della crescita delle realtà professionali.

 

Di seguito si riportano alcuni esempi.

 

Nel gennaio 2020, gli studi legali LaScala e Nctm hanno dato vita alla società tra avvocati per azioni UniQLegal in partnership con Unicredit. Il progetto è nato dall’unione tra la strategia dei due studi di perseguire le competenze settoriali e la necessità della banca di gestire alcune aree legali di interesse, tra cui il contenzioso passivo bancario, la consulenza ricorrente e la parte contrattualistica.

Sulla base delle pattuizioni in essere, gli studi partner sono tenuti a dare supporto tecnico, professionale e manageriale a UniQLegal, mettendo a disposizione tutta la propria esperienza nella gestione dei servizi professionali.

L’organico della società è composto da 12 avvocati e 2 coordinatori e la partecipazione al capitale sociale (1,1 milioni di €) è suddivisa tra i 3 soci prevedendo una quota uguale per gli studi legali (45,5%) e una quota di minoranza per Unicredit (9%). Si tratta di una svolta epocale nel contesto italiano, che per la prima volta vede la partecipazione di un partner finanziario in studio professionale.

 

Tramite la quotazione in Borsa, la raccolta del capitale necessario agli investimenti avviene attraverso il mercato finanziario. Soluzione Tasse rappresenta ad oggi l’unica realtà italiana, operante nel settore contabile/fiscale, ad essere quotata in Borsa (Euronext Growth Milan). In fase di collocamento Soluzione Tasse ha raccolto 13 milioni di euro, il flottante era del 32,5% con una capitalizzazione di mercato all’IPO pari a 40 milioni (15 volte l’EBITDA 2021 e 7 volte ca. l’EBITDA 2022).

Il prezzo di collocamento delle azioni è stato fissato a 2,70 euro per azione, con il titolo che guadagna, il primo giorno di quotazione, l’11% arrivando a 3 euro, notificando un’ottima risposta da parte del mercato. L’offerta è stata rivolta esclusivamente a investitori qualificati italiani e a investitori istituzionali esteri.

Il 13 gennaio 2022 il gruppo ha annunciato il fatturato consolidato, non ancora sottoposto a revisione contabile, conseguito al 31 dicembre 2021, pari a circa 27 milioni di €, in netta crescita (+42,59%) rispetto all’anno precedente (18,9 milioni di €), con un margine EBITDA di circa 2,6 milioni di €, anch’esso in significativa crescita (+90%) rispetto all’anno passato (1,4 milioni di €).

 

Un’ultima esperienza degna di nota è senza dubbio quella del colosso DentalPro, leader del mercato dentale italiano.

Fondato nel 2010 da Michel Cohen, imprenditore e manager di grande esperienza, e dai due odontoiatri Samuele Baruch e Paolo Tonveronachi, DentalPro ad oggi possiede oltre 250 centri dentistici sul territorio italiano, ubicati sia all’interno di grandi centri commerciali sia nei maggiori capoluoghi, per una copertura territoriale di 14 regioni e di oltre 69 provincie.

Il gruppo conta complessivamente 2.000 dipendenti e circa 1.500 professionisti odontoiatri iscritti all’Albo e vanta un numero di pazienti gestiti dal 2010 di oltre 1 milione. La strategia che ha portato DentalPro in vetta alla classifica dei gruppi odontoiatrici che operano nel settore dentale italiano è attraverso operazioni di acquisizione di catene dentistiche, avvenute grazie alla costante presenza, a partire dal 2015, di fondi di private equity all’interno della compagine sociale.

 

In particolare, VAM Investments ha investito 2,3 milioni di € nell’azienda nel 2011, quando questa gestiva ancora solo 3 cliniche. Nell’aprile 2015, il fondo statunitense Summit Partners ha comprato una quota del 60% con un buyout che ha visto il reinvestimento di VAM di 13,6 milioni di € (quota del 21%).

Nel corso del 2016, VAM ha investito ulteriori 2,3 milioni di € nella società. A maggio 2017 BC Partners, private equity di rilievo internazionale, ha acquistato Dentalpro per un enterprise value di oltre 350 milioni di € con un reinvestimento da parte di VAM di circa 15 milioni di € nella nuova operazione. Nel 2021, dopo l’acquisizione di Vitaldent Italia, le cliniche attive del network Dentalpro hanno superato le 250.

 

Le casistiche sopra menzionate non esauriscono le fattispecie che stanno interessando il settore professionale italiano ma,  al tempo stesso, rappresentano un importante indice del cambiamento in atto nel nostro Paese.