Aspetti Normativi della Cessione di Farmacie

Premessa

Quando si parla di operazioni di cessione/acquisizione e fusioni di attività professionali spesso si pensa che tale fenomeno interessa solo alcune categorie come, ad esempio, studi legali, di commercialisti, notai e consulenti del lavoro. È importante, però, che si prenda coscienza del fatto che tale fenomeno interessa anche altre attività professionali come, ad esempio studi dentistici, studi tecnici e, non da ultime, le farmacie.

Per poter meglio comprendere lo scenario odierno e futuro del mondo delle farmacie va rilevato che secondo la Legge n. 27 del 24 marzo 2012, attualmente in vigore, “Il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.300 abitanti”. La rilevanza di questa norma è evidente: dal momento che aprire una nuova farmacia è complicato e non determinabile autonomamente dal professionista, la tendenza è ad acquistare farmacie già avviate.

 

Grandi catene e fondi di investimento: pronti ad investire ed acquisire farmacie sul territorio nazionale

 

Le farmacie in Italia: alcuni dati

Sul territorio italiano si contano poco più di 19.000 farmacie (Fonte: Federfarma. Dato aggiornato a marzo 2019 – www.federfarma.it), di cui poco più di 1.600 pubbliche.

Ai fini statistici si evidenzia che in Italia c’è una farmacia ogni 3.129 abitanti, dato perfettamente in linea con la media europea che si attesta ad una farmacia ogni 3.275 abitanti.

 

Le modifiche apportate nel 2017 dal c.d. DDL Concorrenza

Così come sta avvenendo in altri settori professionali, come ad esempio i dentisti, con l’entrata in vigore della Legge 4 agosto 2017, n. 124 anche le farmacie dovranno affrontare l’importante novità dell’ingresso sul mercato italiano delle grandi catene.

Infatti, la normativa ha introdotte le seguenti novità:

  1. una società di capitali può essere proprietaria di una farmacia e delle relative autorizzazioni al suo esercizio;
  2. non c’è alcun limite quantitativo in merito al numero di farmacie che possono essere detenute da un unico soggetto. Vi è solo una limitazione: ciascuna società potrà controllare, in una stessa regione o provincia autonoma, fino al 20% delle farmacie;
  3. non vi è più l’obbligo che il gestore della farmacia sia uno dei soci, ossia un proprietario della farmacia. Ovviamente, al fine di tutelare i consumatori, la gestione della farmacia dovrà essere assegnata a un professionista che abbia conseguito l’idoneità in un concorso per sedi farmaceutiche;
  4. piena libertà della farmacia nello stabilire gli orari di apertura.

L’immediato effetto della nuova normativa in materia di farmacie è stato quello di farne lievitare il valore anche in considerazione del fatto che resta invariato il vincolo che lega la presenza di una farmacia al numero di abitanti (cfr Legge n. 27 del 24 marzo 2012). Pertanto, non potendosene aprire di nuove, le società di capitali interessate ad entrare nel mercato italiano, sono costrette ad acquisire le farmacie già esistenti a quotazioni, ovviamente, molto elevate.

 

L’evoluzione del mondo delle farmacie vita dagli esperti del settore

A parere di Iqvia, provider globale di informazioni, consulenza e tecnologia nel settore farmaceutico, “la farmacia del futuro sarà sempre più aggregata, con il 25% sotto marchi ombrello o catene virtuali entro il 2019 e vincerà la sfida del mercato chi saprà innovarsi e offrire servizi a valore aggiunto al paziente, radicandosi sempre più sul territorio e diversificando l’offerta”.

Infatti, spiega Sergio Liberatore, Ad Iqvia Italia, con la Legge n. 27 del 24 marzo 2012 (c.d. DDL Concorrenza) l’obiettivo del legislatore era quello di “modernizzare il settore e di aprire alle catene di distribuzione al dettaglio”. Tale obiettivo, però si è raggiunto solo parzialmente anche se “il settore sta vivendo grandi trasformazioni e si sta preparando all’entrata dei grandi gruppi internazionali.

Si evidenzia, comunque, che se il fenomeno dell’ingresso delle grandi catene nel mondo delle farmacie ha avuto un inizio al di sotto delle aspettative si è sviluppato il fenomeno delle aggregazioni tra farmacisti tanto da far stimare che nel 2019 il 25% delle farmacie si saranno aggregate in qualche forma (Fonte: stima Iqvia – www.iqvia.com) .

Sull’ingresso delle grandi catene nel mercato delle farmacie è intervenuto recentemente anche il dott. Giorgio Cenciarelli (direttore Supplier Services di IQVIA), il quale ha affermato che tale fenomeno ha “avuto un’evoluzione più lenta di quello che ci aspettavamo. In Italia esistono due tipologie: le catene reali, quelle di proprietà, autorizzate dalla legge sulla Concorrenza. Di queste oggi fanno parte circa 300 farmacie. Poi ci sono 5.000 farmacie aggregate a catene virtuali, nelle quali i farmacisti rimangono proprietari ma aderiscono ad un network. Pensiamo che nei prossimi due anni possano crescere a 2.000 le farmacie di catene reali, e a circa 6.000 di quelle virtuali”.