Specializzazione e aggregazione sembrano essere l’unica strada per competere in un mercato sempre più dinamico.
Lo studio professionale individuale “all’Italiana”, caratterizzato da professionisti “tuttologhi”, sembra essere destinato a scomparire di fronte al “Capitalismo intellettuale”.
Informazione, aggiornamento, conoscenza e specializzazione sono fondamentali per essere competitivi, o meglio, per poter anche solo “sopravvivere” nel contesto economico attuale.
Per rispondere a tali esigenze della clientela, che chiede risposte sempre più efficienti al proprio professionista, una delle strade percorribili è, senza dubbio, la cooperazione intellettuale ovvero l’aggregazione.
Una delle soluzioni è sicuramente l’aggregazione e la specializzazione professionale che consentirebbe di avere a disposizione professionisti più specializzati in grado di rispondere in maniera efficace ed efficiente alle esigenze dello studio. Inoltre, permetterebbe di attuare economie di scala e, dunque, di ridurre i costi.
Sull’argomento è di recente intervenuto anche il Dott. Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Professionisti & Innovazione Digitale, il quale, nel commentare la ricerca 2016-2017, rileva la dinamicità del quadro italiano degli studi professionali: quasi il 50% degli studi è interessato ad operazioni di M&A, sia nel ruolo di acquirente che come oggetto di acquisizione*. Ed ancora “Si delinea un mercato di compra-vendita per gli studi professionali che è forte e vivace ; altri elemento significativo è rappresentato dall’obiettivo di queste operazioni di M&A: gli studi cercano soprattutto fusioni trasversali, per integrare professionalità diverse dalla propria ed arricchire la propria offerta”*.
Su tale argomento si era già espresso anche il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, Dott. Massimo Miani, nel corso di Telefisco 2017 il quale definisce “urgente” accompagnare la professione in un processo di cambiamento per affrontare i mutamenti del mercato.
Ma in che modo? “Le specializzazioni sono tra i pilastri principali.” e pertanto “Occorre arrivare al loro riconoscimento. In assenza di questo progetto molti specialisti sono confluiti all’esterno della professione in albi autonomi: i revisori, i revisori degli enti locali, i curatori. Gli elenchi, quando va bene, sono tenuti da un ministero. Dobbiamo fermare questo processo che sta spogliando la professione e sta creando complicazioni, per esempio per quanto riguarda la formazione.”. Tutto ciò attraverso anche le scuole di alta formazione.
Infine il dott. Miani rileva che “La professione è ancora organizzata in modo troppo individuale. Occorre puntare sulle aggregazioni.” e senza soffermarsi troppo sullo strumento giuridico da utilizzare occorre “cambiare la mentalità. Lo studio individuale può funzionare nei casi di iper-specializzazione, ma in generale per fare professione è necessario mettere insieme più specialisti.”
Sulla stessa linea anche MpO & Partners, leader nazionale nella corretta gestione delle operazioni di M&A di studi professionali: alla luce delle considerazioni fatte l’aggregazione e la specializzazione professionale sembra essere, oramai, l’unica strada percorribile per il successo e la competitività.
* Rapporti studi professionali – Affari e Finanza del 24/7/2017
MPO & Partners