L’Aggregazione quale fonte primaria di innovazione negli studi professionali

In ambito aziendale innovare significa introdurre per la prima volta nel sistema economico nuovi prodotti/servizi (innovazione di prodotto) o processi (innovazione di processo), oppure migliorare quelli esistenti. Il tema dell’innovazione assume significativa importanza anche all’interno del mondo degli studi professionali, specie se contestualizzato nel particolare momento storico che stiamo attraversando, quello post-pandemico, in cui tutti, professionisti compresi, sono stati costretti a rivedere l’assetto organizzativo e strutturale del lavoro.

Obiettivo di questo articolo è quello di presentare le dinamiche alla base del processo innovativo negli studi professionali, analizzandone i principali ostacoli e le possibili soluzioni da adottare per superarli.

Presupposto essenziale affinché si possa innovare all’interno di uno studio professionale è rappresentato da una piena e completa consapevolezza del concetto di innovazione. La vera dimensione dell’innovazione è di carattere culturale, dal momento che un processo innovativo in grado di produrre effetti tangibili nel lungo periodo poggia le fondamenta non tanto in una sua esigenza contingente, la quale conduce il più delle volte ad un cambiamento non duraturo, bensì su un vero e proprio cambio di mentalità che, partendo da chi ha il controllo e le responsabilità dello studio ne investe tutti i livelli secondo una logica top-down.

Il primo ostacolo all’interno di uno studio professionale potrebbe essere quindi la cultura dell’errore. Albert Einstein scriveva “non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo”. Questa frase sintetizza perfettamente una delle problematiche più comuni negli studi professionali e non solo, ovvero quella dell’accettazione dell’errore. Quindi, un’impostazione di fondo per cui l’errore viene accettato ed utilizzato come leva per la futura crescita, e non considerato quale elemento negativo e paralizzante, è fondamentale affinché nello studio si possa raggiungere il cambio di mentalità sopra menzionato.

Un secondo ostacolo da prendere in considerazione riguarda il tempo e le risorse. Solitamente, all’interno di studi professionali di piccole dimensioni difficilmente potrà trovare spazio l’aspetto innovativo, dal momento che l’attività operativa di studio assorbe la maggior parte del tempo disponibile sia di dipendenti e collaboratori sia del titolare. Un ulteriore ostacolo, sempre questo senso è dato dalla mancanza di risorse finanziarie da investire nel processo innovativo e di strutture societarie adeguate ad accogliere questi capitali.

Ultimo ostacolo, non di certo per importanza, è rappresentato, soprattutto nel caso di attività professionali esercitate nella forma di studio individuale, dalla mancanza di un’adeguata cultura imprenditoriale, presupposto fondamentale per uscire dalla propria comfort-zone ed intraprendere processi di cambiamento.

Le operazioni di aggregazione professionale, sempre più diffuse nel nostro Paese, possono fornire una soluzione unitaria alla pluralità di ostacoli che impediscono di intraprendere e realizzare al meglio un processo di innovazione.

In primo luogo, il clima che si instaura in un contesto di aggregazione tra studi professionali è collaborativo, improntato al dialogo, al confronto e alla condivisione di conoscenze e competenze. Solo attraverso la costruzione di un ambiente lavorativo con queste caratteristiche potrà diffondersi e svilupparsi un’adeguata cultura dell’errore, propedeutica ad una sua comprensione, accettazione e successivo utilizzo quale punto di forza per il raggiungimento del salto culturale necessario al cambiamento.

In aggiunta, un’aggregazione consente di risolvere l’ostacolo circa il tempo e le risorse. Infatti, in seguito ad un’aggregazione, confluiranno nella stessa entità più persone, per cui sarà possibile assegnare la gestione e la cura del processo innovativo a specifiche risorse, che potranno essere liberate dalla gestione più operativa.

Inoltre, un’aggregazione, se organizzata in forma societaria, permette l’ingresso all’interno della compagine sociale sia di soci professionisti ma anche di soci finanziatori, i quali potranno fornire le risorse necessarie all’esborso iniziale per gli investimenti tecnologici e digitali idonei ad intraprendere un processo di innovazione.

Infine, un’operazione di aggregazione consente di raggiungere sinergie che, nell’ottica del processo innovativo degli studi professionali, possono rivelarsi vincenti. È il caso, ad esempio, di sinergie conseguibili tra studi professionali e realtà complementari, come le società tecnologiche. Infine, il più delle volte, i professionisti che intendono realizzare o che hanno già realizzato percorsi aggregativi, sono soggetti già dotati di una spiccata mentalità imprenditoriale, quindi già predisposti al cambiamento.

In conclusione, è possibile affermare che l’innovazione diventerà sempre più centrale e in molti casi sarà determinante per la sopravvivenza stessa degli studi professionali. In questa direzione è importante riconsiderare l’aggregazione come leva strategica di sviluppo. A testimoniare l’importanza di questa opportunità professionale sono i numeri e le considerazioni fornite dalla ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.

I dati raccontano di una spesa complessiva in strumenti digitali per il 2020 di ben 1,6 miliardi di €, in crescita del 7,9% rispetto al 2019, con una previsione per il 2021 di 1,8 miliardi di €. Inoltre, i grandi studi (più di 30 persone in organico) e i medi studi (da 10 a 29 persone in organico) hanno segnalato solamente cambiamenti positivi per il futuro, a differenza di piccoli (da 3 a 9 risorse in organico) e micro studi (meno di 3 risorse in organico).

La via da seguire in questo contesto è dunque quella dell’aggregazione professionale, che, nelle sue particolari forme delle reti e network professionali, giuridicamente più flessibili ed aperte e favorite anche dallo sviluppo delle tecnologie digitali, possono rappresentarne una nuova frontiera.