Le operazioni di aggregazione e cessione di studi professionali

La fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti, con il rapporto 2022, ha evidenziato che il 20,5% degli iscritti ha più di 60 anni d’età, dato in aumento rispetto all’anno precedente, mentre sfiora il 62% i professionisti nella fascia d’età che va dai 41 ai 60 anni.  Il numero totale degli iscritti al 31 dicembre 2021, pari a 120.269, ha rilevato un incremento del 112% rispetto al 2007. La conseguenza di tale incremento è l’aumento della concorrenza e la riduzione del numero di clienti  pro-capite.
In alcune regioni, inoltre, la percentuale degli iscritti over 60 supera la media nazionale come, ad esempio, l’Emilia Romagna (21.5%), il Friuli Venezia Giulia (23,9%), La Liguria (26,6%), la Toscana (24,4%) e le Marche (23,4%).
Si incrementa, anche se di poco, il numero delle StP iscritte all’albo al 31 dicembre 2021, pari a 1.414 (230 in più rispetto al 2020). Tale dato, seppur in aumento, dimostra il poco utilizzo di tale forma di aggregazione da parte dei professionisti.
Anche i consulenti del lavoro registrano una percentuale di iscritti over 60 del 25% (dati rilevati dal bilancio dell’ENPACL.
Alla luce dei dati sopra esposti, appare evidente che non solo il passaggio generazionale ma anche i processi di aggregazione stiano diventando temi di estrema importanza e che, conseguentemente, meritino una particolare attenzione sotto gli aspetti fiscali.
Inoltre, nonostante molti professionisti siano pronti a costituire organizzazioni professionali più strutturate e di maggiori dimensioni la normativa fiscale vigente frena tali intenzioni.

 

La cessione dello studio professionale

Abbiamo più volte evidenziato che i corrispettivi percepiti a seguito del trasferimento a titolo oneroso di uno studio professionale generano interamente reddito professionale da tassare in via ordinaria così come previsto dall’articolo 54 del T.U.I.R.
Pertanto, in virtù del fatto che l’asset principale dello studio professionale è costituito dalla clientela ne consegue che la cessione dello studio nella sua interezza (comprensivo di tutti i suoi elementi costitutivi: clienti, dipendenti, location, arredi e attrezzature) è fortemente influenzata, sul piano fiscale, dal citato art. 54 del TUIR.                                                                                                                                          Una possibile soluzione, in presenza dei dovuti requisiti, è quella di utilizzare la Flat Tax.
Infatti, l’operazione di cessione di uno studio professionale si perfeziona generalmente in un arco temporale generalmente dai 3 ai 5 anni tale struttura dell’operazione ben si concilia con il regime fiscale della Flat Tax.

 

Altre forme di aggregazione tra professionisti

A differenza delle operazioni M&A aziendali le operazioni di trasformazione, fusione, scissione e conferimento godono del c.d. principio della neutralità fiscale (che consiste nella continuità dei valori fiscalmente riconosciuti) le operazioni di conferimento o trasformazione di uno studio associato (ma anche di uno studio professionale organizzato sotto forma di ditta individuale) in una Società tra Professionisti non possono avvalersi di tale agevolazione (Cfr.risposta n. 107 e 125 del dicembre 2018).
Di conseguenza l’operazione di trasformazione (o conferimento) di un’associazione
professionale in una società deve essere disciplinata dal combinato disposto degli articoli 9 e 54 del TUIR.

Ad esempio, in caso di conferimento di un’associazione professionale in una STP fare riferimento al comma 2 dell’articolo 9 del TUIR il quale prevede espressamente che” In caso di conferimenti o apporti in società o in altri enti si considera corrispettivo conseguito il valore normale dei beni e dei crediti conferiti”.
In capo al conferente tale valore concorrerà alla formazione del reddito di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 54 del TUIR.
Ordini, Associazioni di categoria, singoli professionisti e stampa specializzata stanno facendo una costante pressione al legislatore fiscale per correre ai ripari ed agevolare, da un punto di vista fiscale, le aggregazioni tra professionisti. Non da ultimo il deputato Marattin (leggi qui) il quale ha depositato una proposta di legge che va in tale senso. Certo, la crisi di governo rallenterà il tutto ma ci auguriamo una riforma al più presto.
In conclusione, agevolare le operazioni M&A di studi professionali avrebbe sicuramente un impatto positivo sul mondo professionale e potrebbe dare la vera svolta al processo di aggregazione.