M&A professionali: la proposta di legge del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti

Si è svolto il 19 ottobre scorso il secondo talk show della serie “Professioni e Futuro” (II edizione), dal titolo ‘Neutralità Fiscale per Aggregazioni Professionali: perché conviene’, organizzato da MpO (società specializzata in M&A di studi professionali) in collaborazione con il Corriere della Sera ed il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

 

All’evento trasmesso online sui canali social di MpO, sono intervenuti Maurizio Postal e Pasquale Saggese, del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Dario Deotto, Commercialista e Pubblicista, oltre a Alessandro Siess e Corrado Mandirola, soci fondatori di MpO, e al moderatore Isidoro Trovato, giornalista economico, responsabile della sezione ‘Professioni’ del Corriere della Sera. 

 

Obiettivo di questo incontro, come ha introdotto Alessandro Siess di MpO, è stato di supportare la proposta di legge del Consiglio Nazionale dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, che prevede la Neutralità Fiscale per operazioni di fusione, aggregazione e riorganizzazione di attività professionali, nell’ottica di aiutare i professionisti italiani a comprendere i mutamenti in corso e a dare continuità all’attività professionale, migliorando competenze e qualità della vita’. 

 

Maurizio Postal, Consigliere del CNDCEC con delega alla Fiscalità, in particolare ha sottolineato come

Sulla scia di quanto più volte affermato dal Presidente dell’ODCEC, Dott. Massimo Miani, occorre procedere ad uno sviluppo delle specializzazioni e le STP sono sicuramente un modo per raggiungere questo obiettivo.

Per quanto concerne lo sviluppo delle aggregazioni tra professionisti, una delle principali attività dell’area fiscale del consiglio nazionale è stata proprio quella di strutturare delle proposte di emendamenti in due filoni: il primo riguarda la neutralità fiscale nelle operazioni di aggregazioni tra studi professionali e per la costituzione di Società Tra Professionisti, il secondo punta ad allargare anche alle STP la possibilità di utilizzare il regime di cassa opzionale.

Aggiunge Postal:

Queste proposte di emendamenti sono state richieste in tutte le sedi istituzionali, non da ultimo al MEF in modo da inserirli nella manovra di bilancio 2022. Ma, nonostante tali proposte abbiano sempre suscitato particolare interesse, ad oggi non hanno avuto riscontro concreto a causa delle coperture finanziarie necessarie per gli emendamenti. Pertanto, urge un intervento del legislatore al fine di riformare la regolamentazione del reddito di lavoro autonomo.

 

A fronte di questa premessa, Pasquale Saggese, Consigliere CNDCEC è entrato nel merito della proposta ed in particolare dell’applicazione del principio di neutralità:

si tratta dell’affermazione di un principio già largamente applicato per le operazioni con imprese. Non abbiamo fatto altro che riformulare il contenuto dell’articolo 176 del TUIR, quello che disciplina i conferimenti di azienda, ed adattarlo alle peculiarità delle attività di lavoro autonomo.

La richiesta del Consiglio Nazionale, prosegue Saggese, è quella di introdurre una norma assolutamente di interpretazione autentica, che disponga che

le operazioni di riorganizzazione di attività di lavoro autonomo, che comportano la continuazione sotto forma di STP dell’attività svolta in forma associata o società semplice (ma anche per operazioni inverse), non costituiscono realizzo, né distribuzione delle plusvalenze e minusvalenze dei beni del soggetto dante causa, comprese quelle relative ai crediti oltre al valori di avviamento, della clientela o anche di altre  elementi immateriali comunque riferibili all’attività professionale svolta. Quindi, l’introduzione di un principio di neutralità fiscale che impedisca, a questo tipo di operazioni, l’emersione di materia imponibile.

Inoltre, prosegue Saggese

abbiamo anche inserito un comma che riproduce, anche per le attività di lavoro autonomo che si trasformano in attività d’impresa attraverso la costituzione di STP, il regime dell’imposta sostitutiva prevista dal comma  2-ter dell’articolo 176 del TUIR per i conferimenti d’azienda. Tale norma consentirebbe di applicare tale regime anche nelle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo con lo scopo, da parte dell’Amministrazione Finanziaria, di recuperare gettito fiscale.

Aggiunge Saggese:

Infine, dovrebbe essere introdotta una norma che garantisca la neutralità fiscale anche nelle operazioni già poste in essere prima dell’entrata in vigore della norma.

Per quanto concerne la proposta relativa all’introduzione del regime opzionale di determinazione per cassa per le STP, costituite sotto forma di capitali, il consigliere ribadisce che si tratta di un regime opzionale e non un obbligo.

Dalle statistiche ad oggi le STP iscritte al 31.12.2020 sono 1184. C’è stato un incremento del 18%, numero importante, ma un numero ancora sottostimato nel senso che molti professionisti vedono un freno alla costituzione di una STP, un ostacolo proprio nella necessità di applicare il principio di competenza. Occorre dare la facoltà di optare per questo regime anche per le STP costituite sotto forma di società di capitali, oltre a riformare le STP sotto il profilo della governance.

 

Dario Deotto, Commercialista, Pubblicista e Formatore, ha fatto poi notare come in questo momento tanti progetti aggregativi sono bloccati sulla base di una presa di posizione dell’Agenzia delle Entrate, in particolare a causa della risposta all’interpello 107/2018, oltre al fatto che 

gli ostacoli alle aggregazioni tra professionisti non sono solo di natura fiscale, ma anche civilistica. 

 

Ritengo che nelle Stp – fa notare Deotto – debba essere rimosso quel vincolo per cui il socio professionista o non professionista possa essere socio soltanto di una Stp. Inoltre, perchè un professionista può essere socio soltanto di una Stp ma può allo stesso tempo essere socio di più srl? E gli avvocati? Possono essere soci di una Stp o devono necessariamente costituire una Sta?

 

A chiudere i lavori è stato Corrado Mandirola, Socio Fondatore e AD di MpO, illustrando quelle che potrebbero essere le ricadute positive per il mercato italiano se dovesse venire approvata questa legge.

 

In particolare Mandirola ha presentato i dati dell’analisi di regressione, condotta dal Centro Studi MpO, che

ci ha restituito un R Quadro del 61% dal quale si evince che al crescere del fatturato degli studi analizzati, cresce anche la redditività. Aggregarsi migliora la qualità reddituale dei professionisti che intendono intraprendere questo processo. Questo valore è confermato anche dalla ricerca condotta nel 2019 dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti dal titolo ‘Il processo di aggregazione, la digitalizzazione degli studi professionali’ che documenta come chi esercita la professione in forma associata o societaria ha un reddito medio pari a 125 mila euro contro i 49 mila di chi esercita esclusivamente in forma individuale

 

La registrazione dell’evento è disponibile al seguente link:

https://youtu.be/8-L17A1ZiNY