Come aprire uno studio dentistico?

Close-up of dental tool equipment in stomatology clinic

L’ingresso delle catene nel mondo degli odontoiatri: criticità o opportunità?

Negli ultimi anni si sta assistendo al fenomeno dell’ingresso di imprenditori nel mondo degli odontoiatri categoria che ha maggiormente subito l’attacco degli imprenditori, i quali hanno applicato metodologie di carattere aziendale alle cliniche, riuscendo a standardizzare le prestazioni e occupando una significativa fetta del mercato.

Tale fenomeno, però, viene percepito dai professionisti come un elemento di criticità. Ma è proprio così?

L’aggressione del mercato da parte delle Catene Dentali ha comportato non solo una forte perdita di “pazientela” per gli studi mono professionali ma anche una inevitabile e significativa riduzione delle tariffe di mercato per le prestazioni odontoiatriche. Tutto ciò ha comportato una sensibile svalutazione degli Studi professionali “classici” organizzati secondo standard vecchi e superati.

È altrettanto vero, però, che i professionisti possono cogliere un’opportunità da questo fenomeno utilizzando le medesime metodologie degli imprenditori, ovvero, la standardizzazione, la spersonalizzazione della prestazione, l’organizzazione aziendale, il controllo di gestione, marketing ecc., coniugandole con la professionalità tipica della categoria e quindi creando un valore aggiunto che l’imprenditore non riesce a fronteggiare.

 

Ma è possibile acquisire uno studio dentistico?

La validità e la liceità del contratto di cessione a titolo oneroso della clientela professionale è stato stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 2860 del 2010 con la quale ha affermato che

è lecitamente e validamente stipulato il contratto di trasferimento a titolo oneroso di uno studio professionale, comprensivo non solo di elementi materiali e arredi, ma anche della clientela

Ai fini delle imposte dirette, nel caso di cessione di uno studio individuale, il comma 1-quater dell’articolo 54 del TUIR, prevede espressamente che per il professionista cedente

Concorrono a formare il reddito i corrispettivi percepiti a seguito di cessione della clientela o di elementi immateriali comunque riferibili all’attività artistica o professionale 

Ribadendo, quindi, anche il principio “di cassa” tipico dei professionisti.

Qualora il professionista si avvalesse di una società la cessione dello studio avviene attraverso altri negozi giuridici che dovrebbero essere approfonditi in altra sede.

Da parte acquirente, inoltre, i costi sostenuti per l’acquisizione di uno studio sono interamente deducibili.

 

Come deve affrontare la questione un professionista che decida di cedere il proprio studio professionale? 

Sicuramente occorre rivolgersi a soggetti specializzati, i quali siano in grado di supportare le parti coinvolte nell’operazione in tutte le sue fasi: individuazione del soggetto interessato all’acquisizione, quantificazione del valore dello studio, contrattualistica e supporto legale all’operazione, negoziazione e closing. In questo caso il “fai da te” è molto rischioso e controproducente, in quanto se si è supportati da un advisor si ha la possibilità di spuntare un prezzo migliore, che sicuramente compensa il costo del consulente.

Inoltre, il professionista deve pianificare con congruo anticipo la cessione del suo Studio, in quanto trattasi di operazione che necessita di un paio di anni per perfezionarsi in quanto, oltre ai fisiologici tempi per chiudere l’operazione, bisogna tenere in considerazione un periodo di “affiancamento” obbligatorio, il quale non può essere inferiore ad un anno. 

Dai dati elaborati da MpO centro studi emerge che da circa un anno il mercato sta cambiando a favore dei cedenti. Infatti, fino ad un anno fa registravamo un’enorme offerta ed una scarsissima domanda. Ovviamente questo, oltre a rendere difficile l’incontro della domanda e dell’offerta, determinava un forte deprezzamento dello Studio.

Oggi, invece, si sono affacciati al mercato gli acquirenti/professionisti. Dentisti che cercano strutture avviate da rilevare e che quindi sono disponibili a pagare l’avviamento dello Studio. 

Inoltre, la richiesta si è estesa anche ai soli “pacchetti pazienti” e ciò consente una monetizzazione anche a chi sia titolare di strutture poco appetibili, in quanto antiquate (ad esempio studi siti in Condominio, con arredi vintage, etc.).

 

Ma cosa deve fare un professionista per aprire uno studio odontoiatrico?

Per prima cosa l’”aspirante” dentista deve conseguire la laurea (di durata di sei anni) in “Odontoiatria e protesi dentaria”. Successivamente deve frequentare obbligatoriamente un tirocinio formativo durante il sesto anno e infine superare la prova di abilitazione per poter esercitare la professione di dentista. Ultimo passo è quello dell’iscrizione all’Albo degli odontoiatri della provincia di residenza. 

Se il professionista vuole esercitare in maniera abituale hanno l’obbligo di richiedere l’attribuzione del numero di partita IVA all’Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dalla prima operazione attiva o passiva ai fini IVA.

La richiesta può avvenire presentando l’apposita modulistica presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate o attraverso Invio telematico direttamente dal professionista o tramite gli intermediari abilitati. Il codice ATECO (ovvero il codice che individua l’esatta attività svolta dal contribuente) per gli odontoiatri è “86.23.00 Attività degli studi odontoiatrici”.

 

Ai fini previdenziali, il professionista deve iscriversi all’ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri). A ciò ci pensa direttamente l’Ordine locale in quanto avviene d’ufficio.

Si precisa, inoltre, che ai fini IVA le prestazioni mediche sono esenti da IVA ai sensi dell’articolo 10 del D.P.R. 633/72. 

Ai fini contabili l’art. 13 del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 600 sancisce l’obbligo della tenuta delle scritture contabili anche alle persone fisiche che esercitano l’attività di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni sia in forma individuale che in forma associata e l’art. 19 dello stesso decreto sancisce che le persone fisiche che esercitano arti o professioni e le società o associazioni fra artisti e professionisti, devono annotare cronologicamente in un apposito registro le somme percepite sotto qualsiasi forma e denominazione nell’esercizio dell’arte o della professione.

Fin qui tutto facile, vero?

Le difficoltà, per chi si appresta ad iniziare questa attività professionale, iniziano nel momento in cui occorre investire in attrezzature, ricerca dell’ubicazione dell’attività, ricerca di collaboratori, acquisto di materie prime e semilavorati e, cosa molto più complessa, ricerca di pazientela.

Infatti, le professioni mediche incontrano spesso difficoltà e spese insostenibili all’avvio. In particolare, le dimensioni degli studi dentistici stanno crescendo e non è semplice far sfociare gli anni di studio e di pratica in una brillante carriera medica.

Ma c’è un’altra soluzione: acquistare uno studio dentistico già avviato!