Un approccio organizzativo integrato per valorizzare gli studi professionali

L’incarico fiduciario tra il professionista e il cliente è un elemento che caratterizza l’attività professionale ed è fortemente influenzato dalle competenze e dalla capacità di organizzazione che lo studio offre.

Si tratta di un aspetto spesso poco considerato ma è bene ricordare che gli studi professionali, in particolare commercialisti e consulenti del lavoro, sono chiamati a fornire servizi di consulenza orientati alla specializzazione sebbene i continui aggiornamenti e gli adempimenti tecnici che si trovano a dover affrontare ogni giorno assorbono la maggior parte del tempo e delle energie necessarie e finiscono per incidere sui rispettivi risultati.

Questi temi a volte sono sottovalutati, non considerando che l’efficienza di uno studio professionale è strettamente correlata alla gestione organizzativa della struttura, dei processi interni ed esterni e dei servizi offerti. Una maggiore attenzione alla gestione dei processi, agli strumenti informatici utilizzati e al welfare di studio contribuiscono non solo a migliorare l’efficienza operativa, ma anche a rafforzare il rapporto di fiducia tra il professionista e il cliente.

Un approccio organizzativo integrato assicura una maggiore fidelizzazione della clientela nel corso degli anni, il che costituisce un maggior valore competitivo per lo studio e, al momento opportuno, può agevolare il passaggio generazionale interno o esterno.

Vedremo come un’organizzazione ben strutturata non solo semplifica la gestione quotidiana degli adempimenti, ma aumenta anche la trasparenza e la qualità dei servizi offerti.

Pensiamo a uno studio di commercialisti che si occupa di consulenza contabile e fiscale ove i clienti richiedano ulteriori servizi di specializzazione.

Ogni professionista è coinvolto nella partecipazione a corsi di formazione mirati e nella condivisione delle proprie esperienze e abilità. Un approccio simile, oltre ad accrescere le competenze individuali, favorisce una cultura basata sulla collaborazione e sulla crescita condivisa, inoltre permette ai diversi componenti del team di specializzarsi in una specifica attività consulenziale. I clienti percepiscono l’atmosfera positiva e il know-how specialistico dello studio e sono più propensi a mantenere il rapporto fiduciario.

Non dimentichiamo le tecnologie, che tuttavia devono sempre integrare le competenze professionali e mai sostituirle. Consideriamo uno studio che ha implementato un software di analisi e una piattaforma di gestione documentale: strumenti che consentono al team di lavorare in modo più efficiente, riducendo il tempo necessario per svolgere compiti amministrativi e consentendo maggiore concentrazione su attività di consulenza ad alto valore aggiunto.

Altro tema spesso sottovalutato, il welfare, inteso come una serie di iniziative di sostegno finalizzate al miglioramento e al benessere dei componenti la struttura professionale. Si pensi all’assicurazione sanitaria, ai benefici per la famiglia, a orari flessibili, alla formazione e all’aggiornamento continuo, ma ci potrebbero essere molti altri strumenti di welfare a seconda della struttura professionale interessata.

Immaginiamo un professionista che, grazie alla flessibilità del lavoro ibrido, riesce a bilanciare le giornate lavorative tra ufficio e lavoro da remoto. La flessibilità non migliora solo la qualità della vita del professionista, ma permette anche di essere più concentrato e produttivo e raggiungere gli obiettivi prefissati. L’obiettivo principale rimane sempre quello di rispondere con attenzione alle richieste dei clienti, attraverso tempi rapidi di risposta e soluzioni vantaggiose, presupposti che rafforzano il rapporto di fiducia tra lo studio e il cliente.

Tali aspetti, se ben integrati, contribuiscono al raggiungimento di una maggior efficienza dello studio, per essere più competitivo e offrire al cliente un servizio ad elevato valore aggiunto.

Invitiamo, dunque, il lettore a considerare come questi principi possano applicarsi al proprio studio e a valutare gli eventuali profili di criticità che possono, al contrario, avere un impatto negativo sulle scelte della clientela e sulla conseguente valorizzazione dell’attività.