Cedesi studio professionale: Il software di valutazione

Oggi dottrina e giurisprudenza sono concordi nell’affermare che sia possibile accostare lo studio professionale e le società tra professionisti alle figure dell’azienda e dell’imprenditore. Una serie costante di provvedimenti, sia a livello nazionale che comunitario hanno infatti contribuito ad avvicinare la figura del professionista a quella dell’imprenditore.

Tale tendenza ha senz’altro influito sui modelli di valutazione degli studi professionali.

La valutazione degli studi professionali non ha, infatti, trovato una specifica collocazione nelle impostazioni dottrinali perché le operazioni di cessione della clientela professionale costituiscono una fattispecie nuova nell’ordinamento giuridico e tributario italiano. Infatti solo di recente (2006) il legislatore ha novellato l’articolo 54 del TUIR aggiungendo il comma 1-quater  il quale, da un punto di vista strettamente fiscale, inquadra tra i redditi di lavoro autonomo i corrispettivi percepiti a seguito della cessione a titolo oneroso dello studio professionale e, successivamente (2010), la Corte di Cassazione ha chiarito che l’atto di trasferimento della clientela professionale è un atto lecito seppur nella sua atipicità.

Nello specifico, ad oggi, la prassi tende quindi ad utilizzare anche per gli studi professionali i metodi valutativi tradizionalmente utilizzati per le aziende ma con opportuni adattamenti in quanto la peculiarità, in questi casi, è rappresentata dall’elemento personale soggettivo, di natura immateriale, derivante dal rapporto fiduciario tra professionista e cliente (c.d. “valore del pacchetto clienti”).

Con specifico riferimento alla clientela, inoltre, vi è da dire che in taluni casi la specificità delle prestazioni offerte non implica l’identificazione di una clientela “stabile” nel tempo per il semplice fatto che le attività richieste si esauriscono in un preciso momento e non sono ripetibili negli anni, per gli stessi clienti, con una continuità prestabilita: si pensi agli studi di avvocati, architetti, ingegneri o geometri, relativamente a pratiche di separazione legale, progetti di costruzione, ecc.. Diversa è la situazione per gli studi di ragionieri, dottori commercialisti e consulenti del lavoro, per i quali gran parte del pacchetto clienti è legato in maniera continuativa alle prestazioni professionali (servizi di contabilità, consulenza fiscale, paghe). In tali ultime circostanze, dunque, è possibile analizzare nel dettaglio la clientela dello studio in quanto la stessa costituisce un elemento di valutazione ripetibile negli anni, salvo le ipotesi straordinarie in cui il rapporto cliente-professionista viene meno.

In pratica, al fine di cogliere il valore dello Studio, è dunque possibile avvalersi di diversi metodi di valutazione, quali i metodi finanziari, i metodi reddituali, i metodi del sovrareddito (che esplicitano la creazione di valore), il metodo dell’intuitus personae, il metodo dei moltiplicatori. Si escludono i metodi patrimoniali in quanto gli stessi si adattano meglio alle realtà dagli ingenti investimenti (come società immobiliari, holding di partecipazioni, etc).

In Italia, la migliore prassi, è sempre più orientata all’utilizzo di una combinazione fra metodo dei multipli di transazioni comparabili (il c.d. metodo del pollice) e metodo reddituale-finanziario per la valutazione di studi professionali nelle operazioni di cessione della clientela.

Tale approccio risulta più completo rispetto alla scelta, seppur ben circostanziata, di un unico metodo valutativo in quanto porta con sé un maggior contenuto informativo e permette di confrontare valori assoluti e relativi smorzando i possibili eccessi dell’uno e dell’altro metodo in quanto:

  1. le stime assolute dei metodi basati sui flussi sono dotate della massima razionalità, in quanto sono propri della valutazione tipica degli investimenti, ma anche di scarsa dimostrabilità, in quanto presuppongono molte ipotesi;
  2. le stime relative ottenute con i multipli sono specularmente dotate della massima dimostrabilità, in quanto dedotte direttamente da osservazioni del mercato, ma anche di scarsa razionalità, secondo la logica che anche il mercato può sbagliare.

Anche il commento ai nuovi principi italiani di valutazione (PIV) emanati dall’OIV indica come “In linea di principio è da raccomandare che la valutazione sia basata quanto meno su di un metodo fondato sui flussi ed un metodo capace di generare una stima comparativa di mercato”.

Gli aspetti critici della valutazione riguarderanno pertanto sia i criteri adottati nell’applicazione di ciascuno dei due metodi sia le modalità di costruzione della sintesi valutativa.

Il moltiplicatore attestatosi nella prassi è quello riferito al fatturato con valori che oscillano nell’intorno dell’1,5x. Tale coefficiente deve però essere necessariamente “rettificato” in relazione alle peculiari caratteristiche di ciascuno studio in quanto la sua determinazione non può essere superata con il semplice calcolo di una media (o, peggio ancora, assumendolo come dato di fatto), ma solo approfondendo l’analisi.

Infatti, solo un’approfondita analisi fondamentale dello studio permette il suo corretto posizionamento rispetto al campione di riferimento che deve essere attentamente costruito in considerazione sia degli elementi contabili (fatturato, redditività, indicatori di bilancio ecc..) sia degli elementi extra-contabili (tipologia di attività, organizzazione, ubicazione, autonomia ecc..). Inoltre un’attenta analisi della clientela permette di definire il fatturato effettivamente ripetibile, e quindi cedibile, che costituisce il vero “core asset” della valutazione dello studio professionale.

Solo a questo punto si può procedere con il calcolo del multiplo sul fatturato che può essere fatto alternativamente attraverso l’utilizzo di medie/mediane oppure, ed è l’approccio senz’altro preferibile, attraverso “value map” costruite con analisi di regressione.

L’attività di valutazione dello studio professionale, effettuata da MpO & Partners quale società riferimento a livello nazionale per le operazioni di cessione della clientela professionale, viene svolta anche attraverso il software “Valutazioni studi professionali”, protetto da copyright ed iscritto nel registro pubblico software.

Il programma è il frutto non solo di anni di esperienza di MpO & Partners ma anche della preziosa collaborazione con primarie università italiane, docenti universitari ed ingegneri informatici.

MPO & Partners

Cedesi studio professionale – Valutazione dell’avviamento professionale – Software di valutazione