Negli ultimi anni, il settore dei commercialisti in Italia sta vivendo cambiamenti importanti, che rappresentano sia una sfida che un’opportunità. Questo è ciò che emerge da un’analisi da noi condotta unendo i dati forniti dagli ultimi cinque rapporti annuali dell’Albo dei Commercialisti. In particolare è possibile osservare tre chiari trend: l’invecchiamento della base professionale, variazioni significative nella distribuzione territoriale e reddituale, e disuguaglianze di genere.
In questo contesto, la possibilità di aggregare gli studi diventa una risposta strategica per garantire sostenibilità e capacità di adattamento alle trasformazioni economiche e sociali in atto. Vediamo nel dettaglio.
Il ricambio generazionale è una priorità
Uno dei trend più evidenti degli ultimi 5 anni riguarda la composizione demografica degli iscritti. Negli ultimi anni, il numero di professionisti sotto i 40 anni è in calo (dal 18,4% nel 2018 al 14,7% nel 2023), mentre gli iscritti over 60 continuano a crescere (dal 16,9% del 2018 al 28,5% nel 2023). Questo suggerisce un settore in cui i giovani professionisti faticano ad affermarsi, mentre la generazione più esperta si avvicina gradualmente al momento di passare il testimone. Questo invecchiamento della base è un segnale d’allarme: senza un ricambio generazionale adeguato, il settore rischia di trovarsi a corto di risorse nei prossimi anni.
In questo scenario, le operazioni di aggregazione tra studi non sono solo un’opzione, ma una vera e propria necessità. Fondere le forze permette di mettere in comune competenze e risorse, facilitando l’ingresso dei giovani professionisti e garantendo una continuità operativa che può fare la differenza in un mercato sempre più complesso. Aggregarsi significa anche creare studi più strutturati e capaci di attrarre i talenti, con percorsi di carriera chiari e prospettive di crescita professionale.
Una distribuzione territoriale e reddituale disomogenea
Un altro dato significativo emerge dall’analisi territoriale. Alcune regioni mostrano una crescita economica e demografica superiore alla media nazionale, come la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto e il Lazio, mentre altre aree, spesso quelle più periferiche, vedono una diminuzione della popolazione e del PIL pro-capite, ad esempio la Basilicata e la Calabria. Questo implica che in alcune zone l’attività di consulenza fiscale e contabile potrebbe subire un calo di domanda, mentre in altre si evidenzia una domanda crescente di servizi altamente qualificati.
Per gli studi professionali, questo trend apre nuove opportunità. Aggregarsi permette di sviluppare una presenza più forte nelle aree in crescita, consolidando le risorse e costruendo una rete di competenze che risponde in modo puntuale alle esigenze del territorio. Uno studio strutturato, che copre più regioni, ha poi anche la capacità di ottimizzare la propria offerta, adattandosi alle diverse realtà economiche locali e garantendo ai clienti un servizio altamente qualificato ovunque si trovino.
Redditi in crescita, ma con differenze di genere
Infine, le statistiche sui redditi evidenziano una crescita (nominale) media, ma con alcune disuguaglianze. Sebbene i redditi siano aumentati sia per gli uomini che per le donne, persistono comunque differenze significative, con le professioniste che guadagnano meno rispetto ai loro colleghi maschi: Nel 2023, la media IRPEF per i commercialisti uomini ha raggiunto gli 85.120 euro, rispetto ai 68.616 euro del 2018, segnando un incremento del 24%. Nel confronto di genere, si osserva che il reddito medio delle donne nel 2023 è di 49.131 euro, rispetto ai 39.949 euro del 2018, con un aumento del 23,0%. Nonostante entrambe le categorie abbiano quindi registrato una crescita considerevole, il divario di reddito tra uomini e donne persiste.
I redditi femminili rimangono sensibilmente inferiori a quelli maschili, indicando differenze in termini di opportunità reddituali e progressione di carriera. Questi dati rappresentano un ulteriore incentivo per le operazioni di M&A. Gli studi aggregati, infatti, possono ridurre le disparità, offrendo ai professionisti opportunità di carriera standardizzate e basate su criteri di valutazione oggettivi e meritocratici, e/o stabilendo delle policy strutturate di equità salariale e trasparenza delle retribuzioni. Inoltre, un grande studio ben organizzato è in grado di valorizzare la diversità, costruendo team di lavoro equilibrati e attraendo i migliori talenti di entrambi i generi e di ogni generazione.
Sull’effetto benefico delle aggregazioni sotto il profilo reddituale si veda anche l’analisi condotta nel 2023 dalla FNC sull’effetto moltiplicatore delle aggregazioni professionali dei commercialisti, per cui il reddito medio dello studio aggregato risulta 2,41 volte superiore a quello del reddito medio individuale.
In conclusione, i dati mostrano chiaramente che il settore dei commercialisti si trova in un momento di trasformazione. La strada verso il futuro passa attraverso la capacità di innovare e di adattarsi, e in questo le operazioni di M&A offrono una soluzione concreta. Aggregare significa unire forze e risorse per affrontare insieme le sfide e cogliere le opportunità. Per gli studi commerciali, consolidarsi non è solo una scelta strategica, ma una necessità per continuare a crescere e a rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.